Curated by Sara Fico
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CARBONENERO nasce dalla collaborazione tra l’artista Sandro Mele e il movimento NO AL CARBONE. Il legame si concretizza già nel 2013 nella performance C’erano anche loro, realizzata nelle Manifatture Knos di Lecce.
Nella performance – da cui CARBONENERO discende – quattro attivisti disposti in cerchio leggevano all’unisono dei testi scritti da persone che vivono nel territorio di Brindisi, in prossimità della centrale a carbone Federico II. La località di Cerano, lesa dall’inquinamento prodotto da questa ingombrante presenza, è un luogo in cui rassegnazione e senso d’impotenza si sommano al forte sentimento d’indignazione dei brindisini. Persone costrette a edificare il loro futuro su una terra contaminata.
Mele decide di fermare la sua attenzione sulla protesta nata in queste aree offese; una battaglia – quella dei NO AL CARBONE – concreta e costante che si arma d’informazioni, studi e documenti e di conseguente presa di coscienza degli effetti dannosi che alcune scelte causano a chi, tali scelte, può solo subirle.
La trasposizione della performance sulla piattaforma digitale ne muta i presupposti originari a favore di un diversificato tipo di approccio al contenuto. Qui i quattro testi narrati ci vengono offerti sotto forma di tracce audio che assecondano la linearità del tempo di ascolto, accompagnati poi da disegni appositamente concepiti dall’artista. Una resa diversa rispetto a ciò che accadeva nel lavoro performativo, in cui i quattro racconti erano esposti in contemporanea e senza soluzione di continuità.
Nel nuovo contesto si ha la possibilità di intraprendere autonomamente percorsi multipli: ascoltare, cambiare traccia, scaricare un disegno, stoppare l’audio, tornare ad ascoltare e scoprire così una mostra che si svelerà gradualmente e sulla misura del tempo dedicatogli.
L’informazione, distinguendosi da quelle che in modo effimero circolano talvolta in rete, è qui portatrice di dati che, lontano dal voler essere sunti mediatici, divengono nel loro insieme opera da fruire.
Anche l’atto di scaricare un file, una delle azioni ormai diventate automatismi digitali, acquista un rinnovato valore e una nuova bellezza mutandosi in atto conoscitivo e, quindi, assumendo le vesti di una piccola presa di consapevolezza. Le varie opzioni informatiche, infatti, danno accesso a una e più esperienze: quella del visitatore che si muoverà liberamente tra gli spunti forniti e quelle dei personaggi che raccontano il loro privato.
Così le tracce audio recitate dagli attivisti di NO AL CARBONE, addizionate alle foto dei disegni realizzati – paradossalmente – a carboncino, guideranno virtualmente il visitatore in una storia che, sebbene raccontata nel web, possiede in sé il carico greve della realtà. L’intento del progetto è, dunque, anche dare nuovo vigore a tutte quelle voci che rimangono spesso inascoltate benché da tempo urlino per la loro salvezza.
Pur vivendo lo spazio della rete, spazio democratico ma in cui tutto scorre in maniera rapida e spesso in modo superficiale, la mostra si propone di sollecitare lo spettatore ad estendere il suo tempo mediante la ricezione del materiale offerto.
Credits:
Gianni Delle Gemme referente del movimento NO AL CARBONE per il progetto CARBONENERO.
Vincenzo Giorgino per L’acqua di Cerano.
Daniele Pomes per Intervento assemblea soci Enel.
Giusy Ungaro per Donna in attesa tra paure e speranze.
Ornella Gatto per Mio padre è un sognatore.
Sound designer Ennio Colaci.
Conversazione con Sandro Mele
Come ti sei avvicinato alla realtà dei NO AL CARBONE?
I ragazzi di NO AL CARBONE li ho conosciuti mentre realizzavo le riprese della mia video-installazione: Raccontami di Cerano (2010). Nel progetto sono stato supportato dai risultati delle ricerche scientifiche fornitemi dal comitato, mi hanno dato un grosso supporto per la realizzazione del video. Raccontami di Cerano è una video installazione che parla dei contadini della provincia di Brindisi che hanno perso il lavoro e le speranze a causa della centrale termoelettrica.
Hai immediatamente pensato di realizzare qualcosa su questo movimento – sulle loro storie e le loro battaglie – quando ti proposi di lavorare insieme su un progetto per gli spazi virtuali di asa nisi masa. Perché?
Lo scorso anno con il movimento NO AL CARBONE ho realizzato la performance: C’erano anche loro (2013). L’ambiente non era deputato all’arte contemporanea, si trattava di un festival di musica elettronica. L’idea di elaborare una performance per un pubblico diverso in uno scenario architettonico come quello delle Manifatture Knos di Lecce, mi ha stimolato molto. L’affluenza, però, non è stata eccessiva.
L’opera che propongo è la performance trasformata in audio; mi è venuto naturale proporre questo lavoro.
Le criticità ambientali e le dinamiche affaristiche cui CARBONENERO da voce appartengono alla tua terra: la Puglia. Questo ti rende certamente più sensibile alla tematica trattata. Quale credi possa essere in questo caso il ruolo dell’arte, in particolare del tuo lavoro? Da artista come affronti questi difficili argomenti?
Faccio il mio lavoro per appagare la rabbia da cittadino italiano. I temi che affronto nel mio lavoro appartengono alla mia vita, non potrei fare altro. Nel Salento c’è un’alta percentuale di persone che si ammalano di tumori, tutti sappiamo le cause. Non accetto che si speculi a scapito delle vite degli altri. Mi fa sentire bene pensare che l’arte serva ancora per lottare.
Ogni volta che affronto un tema, cerco di approfondire quanto più possibile l’argomento studiando. Per i miei temi a volte mi affianco a professionisti, lo faccio per non lasciare nulla al caso. In questo lavoro è importante che le notizie siano attendibili.
E al contrario: non da artista, ma da uomo – sempre che le due categorie possano essere scisse – come ti poni di fronte a questo tipo di problematiche sociali?
Da uomo penso che le multi nazionali con l’aiuto dello Stato stiano rovinando il patrimonio naturale del Salento. Da salentino mi vergogno, perché non è stato compreso che davanti al disastro naturale l’umanità si trova in un punto di non ritorno.
Qual è il sentimento, il pensiero che ha accompagnato questa tua ricerca e l’esecuzione dei tuoi disegni?
L’amore per la mia terra che non ho mai abbandonato. Disegno in continuazione; per me i disegni sono dei ragionamenti, delle opere, dei progetti e il mio diario.
Collegandoci all’identità virtuale di asa nisi masa, quale pensi possa essere il potenziale di una mostra fruibile attraverso il web?
Il potenziale di una mostra fruibile attraverso il mezzo virtuale è nell’immediatezza. Mi affascina l’idea che tramite internet si possa ricevere e dare notizie in tempo reale. Se c’è una comunicazione mirata, internet può essere un ottimo canale d’informazioni. Il fascino di una mostra reale non credo sarà mai sostituibile; una mostra virtuale è una cosa completamente differente da un’esposizione reale e può concedere l’opportunità di avere una diversa visione dell’opera.
CARBONENERO was born due to collaboration between the artist Sandro Mele and the NO COAL movement. Their relationship already takes form in 2013 in “ They were there, too” performance in Knos Factory in Lecce.
During the performance – to whom CARBONENERO is inspired – four activists in a circle read together some texts written by people living around Brindisi, near the Federico II coal power plant. The small town of Cerano, hurt by pollution produced by its bulky presence, is a place full of resignation and helplessness in addition to a strong feeling of indignation between Brindisi inhabitants.They are forced to build their future on a corrupted land.
Mele decides to focus his attention on the protest born in this area; a constant and real battle – NO COAL – supplying itself with information, studies and documents and with subsequent consciousness of damaging effects some choices can cause to whom can suffer from them.
In a new context you can start multiple paths on your own: listening, changing track, The moving of performance on a digital platform changes its original premises on behalf of a varied approach to its content. Here, we can listen to four narrative texts following the linearity of listening time with drawings made on purpose by the artist. This produces a different result compared to performance, in which four tales were displayed at the same time without interruption.
In a new context, you can take different paths: listening, changing track, downloading a drawing, stopping the audio, listening again and discovering in this way an exhibition showing itself gradually, custom-made on time you dedicated to it.
The information, by distinguishing itself from ephemeral news sometimes circulating online, is a vehicle of data – far from media summary – becoming in a whole artwork to enjoy.
Downloading a file, one of the most common digital automatisms, acquires a renewed value and a new beauty transforming into a cognitive act and, so, takes on the appearance of a little awareness. Different computer options give access to one and many experiences, indeed: the visitor will freely surf between provided ideas and characters will narrate their private life.
In this way, the audio tracks acted by NO COAL activists, in addition to photos and charcoal – paradoxically – drawings will virtually drive the visitor in a story that , even told on the web, carries the heavy burden of reality. The project purpose is, thus, giving new strength to all those unheard voices screaming for salvation since a long time.
Even though it lives on the web, democratic space in which everything flows rapidly but also superficially, the exhibition intends to push spectator expanding his time through provided material reception.
Credits:
Gianni Delle Gemme spokespersone of NO COAL movement for CARBONENERO project.
Vincenzo Giorgino for Water in Cerano.
Daniele Pomes for Intervention in Enel Associates assemblyl.
Giusy Ungaro for Waiting woman in fear and expectations.
Ornella Gatto for My father is a dreamer.
Sound designer Ennio Colaci.
Conversation with Sandro Mele
How did you approach the NO AL CARBONE [NO COAL] movement?
I met the NO AL CARBONE [NO COAL] boys while I was filming for my video-installation: Tell me about Cerano (2010). During the project, I have been supported by scientific researches provided by the committee. They gave me a great help for my video. Tell me about Cerano is a video-installation talking about farmers around Brindisi. They lost their job and hopes because of thermoelectric plant.
You immediately thought about doing something related to this movement – about their stories and battles – when I offered you to work together on a project for asa nisi masa. Why?
Last year I made a performance with NO AL CARBONE [NO COAL] movement: They were there, too (2013). The background wasn’t dedicated to contemporary art, it was an electro music festival. The idea of producing a performance for a different public in an architecture set such as Knos Factory in Lecce excited me very much. The crowd, anyway, wasn’t huge. The artwork I’m proposing is the same performance turned into audio version; introducing this work felt natural for me.
The critical situation and business affairs told by CARBONENERO [BLACKCOAL] belongs to your land: Puglia. This fact surely makes you more sensitive to the topic. What do you think the art role is, in particular what is the role of your work? How do you face this difficult themes, as an artist?
I do my job to satisfy rage as an Italian citizen. Themes in my work belong to my life, I couldn’t do anything else. In Salento there is a high percentage of people suffering from cancer, we all know the causes. I cannot accept taking advantage of people’s lives. I feel fine thinking about art is still useful for struggle. Every time I deal with a theme, I try to analyze it as much as possible by studying. Sometimes I work besides experts, so that nothing is left to chance. It’s important that news are trustworthy.
And on the other hand: how do you deal with these social problems not as an artist, but as a man – if dividing two categories could be possible?
As a man I think multinational corporation are ruining natural heritage in Salento, with a help of the State. As a Salento inhabitant I feel ashamed , because they didn’t understand that humanity has arrived to a point of no return, in front of natural catastrophe.
What is the feeling , the thought that you have been associating with your research and drawings making?
It’s love for my land that I never left. I draw all the time; I consider drawings as reasoning, works, projects and my diary.
Coming back to asa nisi masa’s virtual identity, what do you think is the potential of an online exhibition?
Its potential is immediacy. I am fascinated by the idea you can receive and spread news in real time through internet. If there’s a focused communication, internet can be a great information vehicle. The charm of a real exhibition will never be replaced, I believe; a virtual exhibition is a completely different thing and allows the opportunity to have a different vision of the artwork.